Gibellina è la prima “Capitale italiana 2026 dell’Arte contemporanea”. A proclamarla il ministro della Cultura Alessandro Giuli che ha spiegato come il riconoscimento sia un nuovo, doveroso tributo alla creatività e al genio italiani. Del resto la cittadina, distrutta completamente dal terremoto del Belice del 1968 è un esemplare modello di intervento culturale, fondato su valori e azioni che riconoscono all’arte una funzione sociale e alla cultura lo statuto di bene comune.

Il centro storico, ridotto a un cumulo di macerie, venne infatti abbandonato da cittadini e istituzioni. Solo negli anni Ottanta l’ex sindaco Ludovico Corrao per la ricostruzione di Gibellina chiamò artisti di fama mondiale come Pietro Consagra e Alberto Burri. Burri si rifiutò di inserire una sua opera nel nuovo contesto urbano che si stava costruendo e realizzò il Cretto di Burri, o Grande Cretto, sulla vecchia Gibellina, a memoria del terremoto che la distrusse.
All’appello del sindaco risposero molti artisti, da Mario Schifano ad Andrea Cascella, da Arnaldo Pomodoro a Mimmo Paladino, da Franco Angeli a Leonardo Sciascia. Il paese siciliano divenne così un luogo di sperimentazione e pianificazione artistica, in cui Maestri opere di valore rinnovarono lo spazio urbano secondo una prospettiva innovativa.

La giuria che ha selezionato le candidature – presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e composta da Sofia Gnoli, Walter Guadagnini, Renata Cristina Mazzantini e Vincenzo Santoro – ha motivato la scelta di Gibellina proprio per la sua capacità progettuale nel riattivare il suo straordinario patrimonio di opere, coniugando nel presente memoria e futuro, conservazione e valorizzazione, attenzione al locale e ambizione internazionale. La giuria ha fatto notare che Gibellina è stata di fatto la Città pioniera di ciò che oggi definiamo rigenerazione urbana, ma anche la prima ad essere insieme una città-opera d’arte e una città da abitare.

Grazie al progetto “Portami il Futuro” finanziato con un milione di euro dal Ministero della Cultura, nel 2026 Gibellina diventerà un grande laboratorio dove le pratiche e le energie dell’arte contemporanea saranno chiamate a condividere pensieri e soluzioni sui temi dello spazio pubblico, della comunità, del paesaggio, della sostenibilità e del capiente concetto di eredità.

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