A Milano, al Pirelli HangarBicocca, l’arte diventa una forma di resistenza. Con “This Will Not End Well”, Nan Goldin porta in scena quarant’anni di vita e di lotta: un racconto collettivo fatto di immagini, suoni e corpi che non chiedono perdono.
Questa non è solo una mostra, ma un villaggio di storie. Padiglioni che si fanno rifugio e confessione, progettati per contenere la fragilità e la forza di chi ha vissuto ai margini: amici, amanti, persone trans, comunità segnate dall’AIDS, dalla dipendenza, dal dolore e dall’amore. Attraverso i suoi celebri slideshow, Goldin restituisce alla fotografia la sua potenza originaria: quella di guardare il mondo senza filtri, e di restituire dignità a chi è stato escluso.
Nel grande Cubo dell’Hangar, l’installazione Sisters, Saints, Sibyls diventa una cattedrale laica, un luogo di sorellanza e redenzione. Accanto ai lavori storici, due nuove opere intrecciano mito e memoria, vita e morte, come se la luce stessa fosse un atto politico. E mentre la colonna sonora del Soundwalk Collective accompagna il percorso, ogni passo diventa un gesto di ascolto e di partecipazione. In fondo, è questo il messaggio di Nan Goldin: che anche la fragilità può essere rivoluzione.
This Will Not End Well” di Nan Goldin al Pirelli HangarBicocca merita assolutamente di essere visitata. Basta prenotare e andare: è gratuita