Immaginate un tempio che sia anche ospedale e, perché no, che faccia le funzioni pure di una spa. Un luogo immerso in una natura da favola dove riunirsi per pregare o per chiedere ai sacerdoti un oracolo sul futuro. Ma dove poi ci si può immergere, persino in pieno inverno, nell’acqua bollente e curativa di piscine di ogni misura per trovare conforto alle debolezze del corpo sotto gli occhi benevolenti delle divinità. Il santuario del Bagno Grande a San Casciano in Toscana era un po’ tutto questo. E questo luogo magico ci ha restituito un tesoro: 24 statue in bronzo, cinque delle quali alte quasi un metro, tutte integre e in perfetto stato di conservazione, ma anche ex voto e altri oggetti, oltre che cinquemila monete in oro, argento e bronzo. Il più grande deposito di statue dell’Italia antica, lo ha definito il prof Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena che ha coordinato lo scavo al santuario etrusco-romano connesso all’antica vasca sacra della sorgente termo-minerale del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni.

Qui è stato trovato un giovane efebo, bellissimo, che sembrava dormire adagiato sul fondo della grande vasca romana. Accanto a lui c’era Igea, poco più in là Apollo e poi ancora divinità, matrone, fanciulli, imperatori. Tutti protetti per 2300 anni dal fango e dall’acqua bollente delle vasche sacre. Il santuario, con le sue piscine ribollenti, le terrazze digradanti, le fontane, gli altari, esisteva almeno dal III secolo a.C. e rimase attivo fino al V d.C.. In epoca cristiana venne chiuso ma non distrutto, le vasche sigillate con pesanti colonne di pietra, le divinità affidate con rispetto all’acqua. È anche per questo che, rimossa quella copertura, gli archeologi si sono trovati davanti un tesoro ancora intatto e comunque l’unico di cui abbiamo la possibilità di ricostruire interamente il contesto.

Tra gli oggetti offerti alla divinità ce ne sono alcuni infatti che fanno ritenere che questo centro fosse molto di più di un complesso termale. Si tratta di attrezzi medici di ogni tipo, bisturi da chirurgo, uno specillum. Oltre a due incredibili “poliviscerali” in bronzo, in pratica rappresentazioni stilizzate delle viscere umane, che qui però appaiono “accurate come una Tac”.

Fondato e vissuto dagli etruschi, che qui erano di casa, e poi passato di mano ai romani con una osmosi di scienza, religione e cultura che sembra avere davvero pochi uguali nel mondo antico il santuario di San Casciano dei Bagni è un luogo ancora tutto da scoprire. Il ministero della Cultura ha già promesso l’apertura di un nuovo museo, che permetterà di condividere il patrimonio storico con il pubblico.

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