Il professor Mario Rovetti, docente di Diritto Tributario all’Università di Torino, dedica la sua rubrica “Fisco per fiaschi” per BeconomyTv alle “case green” e alle insidie che si nascondono dietro questa direttiva dell’Unione Europea. Si tratta dell’incarico ai Paesi membri per far sì che il loro patrimonio immobiliare diventi più green e inquini di meno, riduca cioè del 55% le emissioni rispetto a quelle del 1990. Il noto tributarista snocciola i numeri e ci traccia il quadro complessivo.
Ma quali sono i rischi di una introduzione non controllata, non ben governata di una direttiva di questo genere nel nostro Paese? Il primo: il valore degli immobili non a posto con la direttiva sarà necessariamente destinato a ridursi, con la conseguenza che le banche che hanno in pancia le garanzie per avere acquisito l’ipoteca su quegli immobili, perché hanno prestato i denari agli acquirenti, vedranno diminuire i valori delle loro garanzie. Il secondo: quello di combinare un casino, così come accaduto con il 110 %: lievitazione dei prezzi nell’edilizia in modo abnorme, assenza di materiale da cantiere, truffe miliardarie ai danni dello Stato.
Qual è dunque l’unica modalità possibile per l’attuazione della direttiva? Una sola: che sia la Ue direttamente- tramite strutture delegate- a governare il processo, pena un casino bis così come è stato il Superbonus 110 per cento.